lunedì 7 luglio 2008

Sicurezza per pedoni e ciclisti.

Durante la recente campagna elettorale, e più in generale negli ultimi mesi, si è molto discusso di sicurezza e anche, seppur in misura minore, di legalità. Voglio qui affrontare il tema, ma con un’ottica differente: il diritto alla sicurezza degli utenti deboli della strada, pedoni e ciclisti.
Voglio farlo partendo da un tragico episodio di cronaca che mi ha molto colpito: la morte di un pedone, una anziana signora, in via Volturno a Lodi, in pieno centro storico, investita e travolta da un camion e schiacciata contro un muro.
Percorro tutte le mattine quella stretta strada, spingendo il passeggino di mia figlia verso il vicino asilo nido comunale e, come me, decine di altri genitori con i loro bambini.
I dati statistici dicono che il 40% dei morti ed il 70% degli incidenti stradali avvengono in ambito urbano. In gran parte dei casi sono coinvolti e sono vittime di questi incidenti proprio i soggetti più deboli: pedoni e ciclisti. La sicurezza stradale è un diritto di tutti, bambini, giovani, adulti ed anziani, indipendentemente dal loro mezzo di trasporto: piedi, bicicletta, scooter, automobile, mezzo pubblico.
Quasi ogni giorno anche sulle pagine di questo giornale si legge del continuo stillicidio di incidenti, tragedie, morti e feriti sulle strade.
In Italia, ogni 100.000 abitanti abbiamo, all’anno, un morto per omicidio, 2 morti sul lavoro, 6 per suicidio, 10 per incidenti stradali e altrettanti per infortuni domestici.
Nel solo 2006 in Italia si sono verificati 238.124 incidenti stradali che hanno provocato 332.955 feriti e 5.669 morti. Il Lodigiano purtroppo non fa eccezione: nel 2006 nella nostra provincia hanno perso la vita 27 persone, 1.199 sono rimaste ferite in un totale di 876 incidenti. E il 2006 non rappresenta un’eccezione: negli ultimi anni nel Lodigiano si verificano in media 2 incidenti stradali mortali al mese.
Di fronte a questi numeri, penso sia giusto chiedere più sicurezza, invocare il diritto dei cittadini di potere uscire tranquillamente da casa senza temere di essere investiti e reclamare tolleranza zero verso gli utenti della strada che non rispettano il codice, mettendo a repentaglio la loro vita e quella dei malcapitati che incontrano. Tolleranza zero verso chi non rispetta i limiti di velocità, specialmente nei centri abitati, verso chi parcheggia in doppia fila generando ingorghi stradali e rallentando la circolazione, verso chi parcheggia sulle strisce pedonali, sui marciapiedi, sulle piste ciclabili, costringendo pedoni, disabili, ciclisti e chi spinge passeggini a scendere sulla strada, aumentando così la loro insicurezza. Tolleranza zero verso chi non rispetta l’obbligo di precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali, verso chi parcheggia in zone non consentite, magari a pochi metri da spazi a pagamento facendosi beffa anche di chi onestamente paga le tariffe previste.
Spesso si tratterebbe soltanto di applicare norme minime di buona educazione. Ma a volte è necessario intervenire con sanzioni. È necessario aumentare i controlli e reprimere i comportamenti scorretti, specialmente laddove sono ormai consolidati.
In una città piccola come la nostra non è difficile individuare i nodi più critici ed eclatanti dove sistematicamente si verificano violazioni del codice della strada. Molti sono già indicati nel Piano Urbano della Mobilità del Comune di Lodi e molti sono segnalati da meritorie associazioni come CicLodi, Legambiente, WWF, Laboratorio per la città. Ne ricordo solo alcuni: viale Milano, via Cadamosto, corso Adda vicino a piazza Barzaghi, i marciapiedi di piazzale Fiume intorno all’Astem, la rotonda e i marciapiedi tra viale Europa e via Sant’Angelo, viale Pavia e le sue traverse a partire da via della Dossenina, via Borgo Adda e le vie intorno all’ospedale, il Belfagor, via San Bassiano.
Sicuramente a Lodi sono stati fatti importanti passi in avanti in favore di una mobilità più sostenibile: in particolare la realizzazione di piste ciclabili e l’istituzione di zone 30, dove il limite di velocità per le auto è appunto di 30 km orari a maggior tutela proprio di pedoni e ciclisti. È necessario proseguire in questa direzione con ancora maggiore determinazione, è necessario far diventare una priorità la sicurezza di pedoni e ciclisti, anche aumentando i controlli.
Così facendo si garantirà che gli sforzi e gli investimenti, anche economici, non siano vani, come nel caso di piste ciclabili su cui sostano delle auto. Difendendo la sicurezza e il rispetto della legalità sulle strade, si favorirà chi vuole lasciare a casa l’auto per muoversi: ne trarranno beneficio non solo pedoni e ciclisti, ma l’ambiente e la salute di tutti i cittadini, perché, è utile ricordarlo, il traffico è nel nostro territorio il principale responsabile dell’inquinamento dell’aria.
Michele Merola
Lodi, 30 giugno 2008

3 commenti:

  1. Finchè i controlli non saranno più serrati, chi viene a Lodi o ci vive si vedrà garantito il diritto di fare ciò che vuole sia nelle ZTL che lungo le strade che sui marciapiedi. E a nulla serviranno i soldi "gettati" per le telecamere della ZTL, perchè se non si fa prevenzione e non si educano le persone, non si cambieranno gli stili di vita personali. Ottima lettera-!

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  2. Il probleaa è anche che politicamente questo è un argomento che non interessa: ci sono tante lobby (in primis i commercianti)che difendono lo status quo; e contano molto più di quanto sembra. Concordo che serve un'azione politica, ma servono anche altre azioni: penso ad esempio al boicottaggio ben pubblicizzato dei commercianti che propongono l'apertura al centro delle auto e hanno il coraggio di scriverlo nelle richieste del PUM. Nel senso: voi volete mettete in pericolo la nostra salute e incolumità, noi mettiamo in pericolo i vostri fatturati...
    ciao
    Stefano

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  3. Io sono pienamente daccordo con quanto dite. I commercianti sono quelli che premono per evitare che Lodi si doti di un'area pedonale, e credo che lo facciano principalmente xè sono abitauti a lasciare l'auto LORO davanti al negozio... basta vedere Corso Vittorio Emanuele. Inoltre sono chiusi a qualsiasi idea di sperimentazione, e se il comune paventa azioni, scrivono sui giornali gridando all'ingiustizia perchè non coinvolti in processi partecipativi che tanto contrastano a priori. L'idea del boicottaggio potrebbe essere buona, ma non credo si riesca ad incidere più di tanto. In difetto c'è sicuramente l'amministrazione, che non vuole MAI prendere decisioni forti se queste contrastano con le "lobby". Questo vale per i commercianti, ma anche per i costruttori, per i manutentori, per i rifiuti etc

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