martedì 29 luglio 2008

Rapporto cellulari-cancro, un'altra voce dal mondo accademico

fonte: Hardware Upgrade

Circa tre settimane fa abbiamo avuto modo di tornare sul discorso, ricorrente ormai da anni, riguardante il possibile rapporto esistente fra telefoni cellulari e cancro al cervello. La questione è tornata alla ribalta in seguito alle voci trapelate da alcuni centri di ricerca, in quanto non esisterebbe una versione unica riguardante le conclusioni degli studi effettuati dai diversi gruppi di lavoro sparsi un po' per tutto il mondo.

Questa divergenza di vedute ha portato al ritardo nella pubblicazione dell'attesissimo rapporto che dovrebbe riunire la somma dei pareri degli esperti mondiali, evidentemente alle prese con problemi di difficile soluzione. Qualcuno però ha deciso di muoversi prima del tempo, suggerendo alcune linee guida sull'utilizzo del telefono cellulare, evidentemente allarmato dagli studi condotti.

Stiamo parlando del Dr. Ronald B. Herberman, direttore del University of Pittsburgh Cancer Institute, come ci segnala CNET. Ad essere più esposti al rischio sarebbero i bambini, che sempre secondo il Dr. Herberman dovrebbero utilizzare il telefono cellulare esclusivamente per le emergenze, in quanto i campi magnetici prodotti dal terminale sono in grado di penetrare più in profondità attraverso la scatola cranica (qui un PDF a riguardo). Essendo poi le cellule dei bambini molto più attive nello sviluppo degli organi e dell'organismo in genere, sarebbe maggiore il rischio in caso di effetti negativi dovuti ai campi magnetici.

Una mutazione di una cellula in maligna infatti avrebbe una diffusione molto più rapida e devastante rispetto a quanto lo sarebbe in un organismo adulto, dotato di un ricambio cellulare e di un ritmo di crescita sensibilmente inferiore.

Ecco dunque farmi avanti il Dr. Herberman con una lista di 10 consigli per l'utilizzo consapevole del cellulare, che riportiamo integralmente in lingua inglese:

Practical Advice to Limit Exposure to Electromagnetic Radiation Emitted from Cell Phones

1. Do not allow children to use a cell phone, except for emergencies. The developing organs of a fetus or child are the most likely to be sensitive to any possible effects of exposure to electromagnetic fields.

2. While communicating using your cell phone, try to keep the cell phone away from the body as much as possible. The amplitude of the electromagnetic field is one fourth the strength at a distance of two inches and fifty times lower at three feet. Whenever possible, use the speaker-phone mode or a wireless Bluetooth headset, which has less than 1/100th of the electromagnetic emission of a normal cell phone. Use of a hands-free ear piece attachment may also reduce exposures. Avoid using your cell phone in places, like a bus, where you can passively expose others to your phone's electromagnetic fields.

3. Avoid carrying your cell phone on your body at all times. Do not keep it near your body at night such as under the pillow or on a bedside table, particularly if pregnant. You can also put it on “flight” or “off-line” mode, which stops electromagnetic emissions.

4. If you must carry your cell phone on you, make sure that the keypad is positioned toward your body and the back is positioned toward the outside so that the transmitted electromagnetic fields move away from your rather than through you.

5. Only use your cell phone to establish contact or for conversations lasting a few minutes, as the biological effects are directly related to the duration of exposure.

6. For longer conversations, use a land line with a corded phone, not a cordless phone, which uses electromagnetic emitting technology similar to that of cell phones.

7. Switch sides regularly while communicating on your cell phone to spread out your exposure. Before putting your cell phone to the ear, wait until your correspondent has picked up. This limits the power of the electromagnetic field emitted near your ear and the duration of your exposure.

8. Avoid using your cell phone when the signal is weak or when moving at high speed, such as in a car or train, as this automatically increases power to a maximum as the phone repeatedly attempts to connect to a new relay antenna.

9. When possible, communicate via text messaging rather than making a call, limiting the duration of exposure and the proximity to the body.

10. Choose a device with the lowest SAR possible (SAR = Specific Absorption Rate, which is a measure of the strength of the magnetic field absorbed by the body). SAR ratings of contemporary phones by different manufacturers are available by searching for “sar ratings cell phones” on the internet.

I consigli spaziano dal far utilizzare il cellulare ai bambini sono in caso di emergenza al tenere lontano il più possibile dal corpo il terminale, utilizzando magari auricolari. Si continua con il consigliare di non tenere il cellulare a continuo contatto con il corpo, per esempio nella tasca dei jeans, fino a quello di preferire la comunicazione via sms a quella vocale.

Rimane da vedere adesso se i consigli del Dr. Herberman verranno ascoltati o smentiti da altri illustri colleghi, e soprattutto se troppo allarmismo porterà ad una assuefazione da parte dell'utenza, che ne ha ormai sentite di tutte a riguardo.

giovedì 24 luglio 2008

Evviva la coerenza.

Leggo e rimango allibita. Tutti sanno che, nonostante la ZTL, le auto possono circolare liberamente in centro, basta passare da Via Garibaldi in un giorno qualsiasi!

L’ipotesi è ancora tutta da discutere, l’Unione del commercio disposta a sedersi al tavolo per riflettere sulle opportunità
Auto in centro, un mezzo sì dal comune
Si apre uno spiraglio ma solo per l’inverno e nella fascia serale



Da palazzo Broletto arriva un mezzo sì, ancora tutto da definire. Al centro del dibattito l’accesso delle auto al centro storico: «Se la proposta è quella di consentire il transito veicolare nella Zona a traffico limitato - si legge in una nota del sindaco Lorenzo Guerini -, in orario serale nella stagione invernale, l’amministrazione comunale non ha mai fatto mistero di essere interessata a considerare l’ipotesi, tanto è vero che nell’inverno 2006-2007 questa misura fu sperimentata in via Garibaldi e via Marsala». Un esperimento caduto nel vuoto dopo che associazioni ed esponenti politici avevano alzato gli scudi, intimando all’amministrazione di retrocedere. Adesso c’è la possibilità di studiare attorno a un tavolo una serie di ipotesi.Il primo cittadino, però, ribadisce che la giunta ha tutta l’intenzione di trasformare il cuore di Lodi in una vera e propria isola pedonale nei fine settimana, quando centinaia di famiglie lo prendono d’assalto. Il comune interviene sulla polemica per rispondere ai negozianti che questa settimana hanno chiesto più attenzione da parte dell’amministrazione, sventolando la possibilità di far rientrare le macchine tutto intorno al Duomo. «Il richiamo di alcuni esercenti affinché si ascoltino le loro ragioni desta qualche sorpresa, visto che siamo in continuo contatto con l’associazione di categoria. Un rapporto di stretta collaborazione che grazie alla piena disponibilità di ambo le parti ha consentito negli ultimi tre anni di sviluppare un lavoro intenso e proficuo».Allo stesso tempo i vertici di palazzo Broletto ricordano che il mercato ambulante e l’apertura domenicale dei negozi sono punti di forza della città. Si dovrà poi riflettere sulla flessibilità degli orari, per andare incontro alle esigenze dei cittadini: «Agli operatori del settore dovrebbe essere chiaro che non ci sono limiti od ostacoli amministrativi alla loro libera iniziativa imprenditoriale. La normativa consente un’ampia autonomia di decisione su giorni e orari di apertura».Sul tema interviene anche Bruno Milani, rappresentante dell’Unione del commercio di Lodi: «Per quella che è la mia breve esperienza, la collaborazione con il comune c’è sempre stata. Il nostro impegno è quello di ricostruire la squadra dirigente e procedere alla fine del commissariamento. In quest’ottica mi aspetto una mano dalle migliori forze imprenditoriale, che dicano la loro al tavolo dell’Unione per portare a casa dei risultati». Per quanto riguarda il via libera alle auto nel centro storico, «la nostra posizione è stata formalizzata un anno fa, qualsiasi decisione non può prescindere da una valutazione complessiva sulla viabilità, dovremo sederci ad un tavolo per riflettere».

venerdì 18 luglio 2008

Francia, nuova fuga radioattiva Governo: ispezioni nei siti nucleari


Central Nuclear
Originally uploaded by mirindas27
... e mentre il Governo destrorso Italiano si da' da fare per convincere il popolo della bontà, efficiacia e perfetta funzionalità del nucleare, capace di risolvere in un attimo tutti i problemi energetici del nostro Paese, dimentico della mancanza di un piano energetico nazionale, dimentico del protocollo di Kyoto, dimentico delle potenzialità delle fonti rinnovabili ... in Francia ...

fonte: La Repubblica

PARIGI - Mentre infuria la polemica intorno alla centrale nucleare di Tricastin, teatro 10 giorni fa di un riversamento accidentale di acque contenenti uranio nei fiumi vicini, un nuovo episodio è stato reso noto oggi dall'Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn). Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, "senza impatto sull'ambiente", sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, anche questo nel sud-est della Francia.

A causa della rottura di una condotta nello stabilimento Fbfc, dove si produce combustibile nucleare destinato alle centrali elettriche e ai reattori utilizzati per fini di ricerca, un'imprecisata quantità di uranio è fuoriuscita all'esterno. L'Asn ha comunque precisato che si tratta di "poche centinaia di grammi" di sostanza fissile, e che "in base ai primi rilievi" non sussistono rischi di contaminazione delle acque giacché nella zona "il terreno è fortemente impermeabile", e "le falde freatiche sono situate troppo in profondità"; una squadra di esperti e di tecnici è stata comunque inviata sul posto per gli accertamenti del caso.

Si tratta della seconda fuga di liquidi registrata in due settimane dopo quella nella centrale di Tricastin (Vaucluse), che ha spinto il governo a richiedere la verifica delle falde freatiche situate vicino a tutte le centrali nucleari francesi. Dopo l'incidente infatti agli abitanti della zona è stato ordinato di non bere acqua corrente e di non mangiare pesce di provenienza locale; sono stati inoltre vietati l'irrigazione dei campi, i bagni nei corsi potenzialmente inquinati e gli sport acquatici in generale.

Da qui l'inchiesta ordinata dal ministro dell'Ambiente Jean-Louis Borloo su 58 impianti nucleari per fugare ogni timore sulle condizioni di sicurezza. "Non voglio che la gente sia sfiorata dal dubbio che venga nascosta o sottaciuta la benché minima situazione", ha affermato il ministro in un'intervista rilasciata al quotidiano francese Le Parisien.

Intanto l'Asn ha annunciato di aver trasmesso nei giorni scorsi un fascicolo alla procura di Carpentras, in seguito all'ispezione che ha rilevato "gravi irregolarità" nella tenuta degli impianti di Tricastin. "Sebbene non si tratti propriamente di un incidente nucleare, bensì di un malfunzionamento a livello della gestione della centrale, quando si lavora in ambito nucleare nessuna negligenza può essere tollerata. La trasparenza, inoltre, deve essere esemplare", ha osservato il ministro.

Nella notte tra il 7 e l'8 luglio, durante alcune operazioni di pulizia di una vasca di custodia, trenta metri cubi di una soluzione contenente 12 grammi di uranio per litro si sono riversati in due fiumi adiacenti al sito nucleare di Tricastin, gestita da due società filiali del gruppo Areva. Dopo un'inchiesta interna, Areva ha ammesso che all'origine dell'incidente c'è stata "mancanza di coordinamento" tra chi gestiva i lavori di sistemazione in corso nell'impianto e i responsabili delle attività di sfruttamento.
(18 luglio 2008)

giovedì 17 luglio 2008

Vaticano in prima linea per l'ambiente



(ASCA) - Citta' del Vaticano, 17 lug - Sul molo di Bangaroo di Sydney e' avvenuto il primo incontro tra i giovani e papa Benedetto XVI, giunto in Australia tre giorni fa per la Giornata Mondiale della Gioventu'. Ad attendere il pontefice, che e' arrivato via mare, una guardia d'onore di 43 anziani aborigeni, ''custodi della regione'', che ha preso idealmente in consegna il Papa a nome dei circa 150mila ragazzi presenti.
***
Il pontefice e' ancora tornato, come gia' aveva fatto in occasione dell'incontro con le autorita' nella Government House di Sydney, sulla difesa dell'ambiente, un impegno che deve mettere pero' al primo posto la vita e la dignita' dell'uomo, posto da Dio come ''vertice del creato''.

*** commento
Da queste parole traspare bene la visione antropocentrica della Chiesa , che vede l'uomo (ancora) ai vertici di una piramide, una visione quindi antropocentrica in cui l'ambiente si muove in un secondo piano rispetto all'uomo e alla sua volontà
*** /commento

''Le ferite che segnano la superficie della terra: l'erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo'' non devono farci perdere di vista che ''non solo l'ambiente naturale, ma anche quello sociale, ha le sue cicatrici; ferite che stanno a indicare che qualcosa non e' a posto. Anche qui possiamo incontrare un veleno che minaccia di corrodere cio' che e' buono e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati''.

***
cmq credo sia uno dei pochi momenti in cui la Chiesa Cattolica affronta il tema ambientale... e credo che però il paradosso continui, poichè se ci aspettiamo di avere un UOMO al vertice del creato (creato piramidale? stile faraonico?) è chiaro che la base della piramide servirà l'Uomo, quindi in ogni caso le risorse naturali e il pianeta dovranno soggiacere agli usi della specie umana. Dal testo si evince però un limite, che è il rispetto della dignità e della libertà dell'uomo stesso. Dignità messa a repentaglio non dal consumo di risorse naturali e distruzione degli ecosistemi, ma dallo stesso sfruttamento a cui questo modello di consumo porta, sfruttamento chiaramente sociale ed esistenziale. Quindi l'uomo, in autotutela della propria vita e dignità, deve limitare i propri consumi, limitando conseguentemente la pressione sul pianeta. Interessante e positiva prospettiva; parte dall'uomo e arriva alla tutela del creato/natura. L'unico dubbio che rimane quindi è quello di scoprire lo scopo della nostra creazione ...

IN AMAZZONIA IL DISBOSCAMENTO AVANZA

E quando sarà caduto anche l'ultimo albero... sostituito da un capannone o da un ipermercato o da un'antenna per la telefonia mobile, scopriremo che gli scaffali dei supermercati saranno vuoti, che il capannone conterrà solo bancali deserti e muletti senza più benzina, e ci chiameremo, con il nostro iPhone a pieno segnale, e una segreteria telefonica ci avviserà che il telefono non è commestibile.

Citta' del Vaticano, 17 lug. - (Adnkronos) - Mentre da Sydney il Papa lanciava l'allarme contro la deforestazione e il consumo irrazionale ed egoistico dell'ambiente, l'agenzia di stampa missionaria Misna diffondeva dati preoccupanti sul disboscamento che non conosce soste dell'Amazzonia. L'Amazzonia brasiliana, spiega l'agenzia missionaria, ha perso 1096 chilometri quadrati di selva vergine nel mese di maggio a causa della deforestazione, secondo l'ultimo bollettino, peraltro provvisorio, dell'Istituto nazionale di investigazioni spaziali (Inpe) basato su rilievi satellitari che hanno individuato, a causa della presenza di nubi, solo le grandi aree rase al suolo. Oltre la meta' della superficie disboscata e' stata localizzata nello stato di Mato Grosso do Sul (per un totale di 646 chilometri quadrati) dove da sempre vengono denunciate le maggiori pressioni per trasformare il bosco in coltivazioni di soia e terreni per l'allevamento. I dati riflettono quelli relativi ad aprile, quando il disboscamento aveva interessato 1123 chilometri quadrati di selva. Per far fronte alla situazione, definita ''molto grave'', il ministro dell'Ambiente Carlos Minc ha annunciato che all'inizio di agosto il presidente Luiz Ina'cio Lula da Silva firmera' un decreto con cui verra' creato il 'Fundo Amazo'nia', con uno stanziamento iniziale di 900 milioni di dollari forniti da investitori internazionali e imprese private. Il Fondo, destinato a rafforzare la tutela della foresta, non sara' gestito dal governo di Brasilia ma da un organo tripartito formato da societa' civile, governo federale e rappresentanti dei nove governi statali che compongono la regione amazzonica.

mercoledì 16 luglio 2008

Chiediamo la revoca dell'ordinanza dello sheriff-sindaco

Legambiente insieme ad altre associazioni locali ha indirizzato al Cittadino questa lettera per chiedere il ritiro dell'ordinanza del sindaco che prevede il divieto di bere e distribuire alcoolici in un'unica zona del Comune, area di ritrovo di sudamericani, a seguito di alcune proteste da parte dei perbenisti residenti.

Gentile Direttore, abbiamo letto con sorpresa, lunedì 7 luglio, l’articolo del Cittadino riguardo l’operazione di controllo a tappeto eseguita sabato 5 luglio dalle forze dell’ordine a danno della comunità latino-americana, che nella zona di via Piermarini è solita ritrovarsi da qualche anno per giocare a calcetto in un torneo che ormai è tradizione consolidata.
Abbiamo letto con sorpresa l’articolo, perché già qualche settimana fa ci aveva stupito quella bizzarra ordinanza emessa dal Sindaco di Lodi. L’ordinanza in questione, un capolavoro di contraddizioni, vieta “il consumo e la detenzione finalizzata al consumo di sostanze alcoliche di qualsiasi gradazione lungo via Piermarini e in tutte le aree verdi adiacenti il centro sportivo comunale” (dal 30 maggio, giorno in cui è stata emessa, al 30 ottobre di quest’anno) ma lo autorizza nell’ambito di manifestazioni patrocinate o organizzate dal Comune.
Ci chiediamo: il consumo di sostanze alcoliche è pericoloso in sé (visto che lo si motiva facendo riferimento a “gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”) o solo se “non autorizzato dal Comune”? Ha senso vietare il consumo di alcolici in una sola via di Lodi? Forse i ragazzi che tutte le sere stazionano davanti a pub e locali della nostra città non bevono altrettanto e non sono altrettanto pericolosi, contando che il più delle volte si mettono poi alla guida di veicoli? Sono mai stati fatti controlli a tappeto davanti a uno di questi locali? No, perché per la legge dello stato italiano ci risulta che bere alcolici non sia reato.
Inoltre, l’aver citato nelle premesse dell’ordinanza, come antefatto e motivazione della stessa, “che negli spazi verdi limitrofi a via Piermarini sono soliti radunarsi, specialmente durante i fine settimana, gruppi numerosi di persone, in prevalenza di origine latino-americana, che utilizzano le suddette aree come abituale luogo di ritrovo e per praticare attività sportive” introduce, in modo del tutto superficiale, una lettura del problema su base etnica, rischiando di connotarlo di sfumature razziali.
Al Sindaco ricordiamo che nella stessa zona, nelle stesse aree verdi, sono soliti radunarsi, specie durante i fine settimana, anche gruppi numerosi di persone, in prevalenza di origine italiana, che utilizzano gli impianti sportivi e che non rispettano certo alla lettera le regole di utilizzo corretto delle aree verdi, che parcheggiano un po’ dovunque e abbandonano rifiuti, proprio come i latino-americani.
Non bastava quel foglio scritto in spagnolo e intestato al Comune di Lodi, distribuito poco prima che venisse emessa l’ordinanza, con indicate le regole di comportamento da rispettare e far rispettare?
Il problema è l’alcol? Sono i rifiuti? L’integrazione? La sicurezza? Il cattivo esempio per i minori? Di tutto un po’, ma dall’ordinanza non si capisce, e certo con un foglio di carta intimidatorio non si risolve il problema. Il problema (qualunque esso sia) si risolve con il dialogo, la mediazione, i compromessi: da entrambe le parti.
Come semplici cittadini abbiamo chiesto a più voci motivazioni di una tale misura (visto che l’ordinanza, oltretutto, va a colpire, in via teorica, tutti: passeggiando in quella via, nessuno può più bere una birra: in via Tiziano Zalli sì). Ma siamo stati rassicurati con belle parole e dichiarazioni di principio. Dall’Amministrazione ci è stato risposto che la decisione è stata presa su richiesta della stessa comunità latino-americana nella persona dei responsabili del torneo, anche per tutelare occasioni di gioco e svago che rischiavano di venire compromesse da pochi elementi rissosi. Non ci risulta sia andata esattamente così.
Inoltre, se i disturbatori erano pochi, non potevano semplicemente essere isolati e puniti con gli strumenti che già esistono? Era proprio necessario emettere un’ordinanza? E come mai ora, gli stessi latino-americani si lamentano delle misure troppo dure prese nei loro confronti?
Noi non vogliamo essere rassicurati da belle parole bensì dai fatti. I fatti ci dicono che poche settimane dopo questa ordinanza, quando ormai tutto sembrava tranquillo, “un servizio interforze coordinato dalla questura di Lodi, composto da una quindicina tra agenti e militari mobilitati, appartenenti alla polizia di stato, all’arma dei carabinieri, alla guardia di finanza e alla polizia locale, sono intervenuti per svolgere i dovuti accertamenti su via Piermarini e nel campo di calcio adiacente all’impianto comunale Capra”: accertamenti che si sono concretizzati in verifiche dei permessi di soggiorno, sequestro di veicoli, e per due peruviani il provvedimento di espulsione.
I fatti, così come riportati dai giornali, dicono che dopo l’ordinanza emessa, la quale doveva riguardare solo la detenzione e il consumo di alcolici, “non sono state comminate contravvenzioni per il consumo di alcolici, né si è intervenuti con sequestri di sostanze alcoliche”. Le misure prese sono state altre, e con l’alcol hanno poco a che fare. L’ordinanza del resto aveva già in parte ottenuto il suo effetto: quello di scoraggiare i latino-americani a recarsi sul posto, e forse era questo ciò che si voleva davvero.
Per questo con questa lettera sollecitiamo il suo ritiro in quanto proibizionista, discriminatoria, inutile ed inefficace.

Associazioni firmatarie:
Associazione Culturale Adelante, Associazione Culturale Casa del Popolo, Associazione COCOTI, Associazione GAS, Associazione Loscarcere, Laboratorio per la città, Legambiente Lodi Circolo Lodiverde, Lodi per Mostar Onlus, TUTTOILMONDO Onlus, Associazione Pierre, Associazione Lodimondo

lunedì 14 luglio 2008

Va a Messa in bicicletta ma è investita da un Suv


SUV
Originally uploaded by emme-dk
Dal Cittadino di oggi.
No comment...
L'ennesimo ciclista preso da un'auto... e bella grossa!!

Fuoristrada investe una donna e la manda all'ospedale. È accaduto sabato pomeriggio, intorno alle 16.30, all'altezza della chiesa di San Bernardino a Castiglione D'Adda. Si tratta di un apprezzabile struttura del 1613, da cui si sviluppa la lunga via Umberto I. La zona è chiamata le Fusin, (dal latino officina), perché lì, in passato,
esisteva la bottega di un fabbro. Diretta al santuario, per andare alla Messa delle 17 e a bordo di una comune bicicletta da donna, la 38enne C.C., residente a Codogno, è stata investita da un auto che sembra procedesse a passo d'uomo. Ancora da stabilire le responsabilità, ma, come riferiscono alcuni testimoni oculari, fortunatamente l'impatto non è stato dei peggiori. Si trattava di una Land Rover Suv scura condotta da un uomo di mezza età, residente a Castiglione, che ha prontamente soccorso la signora ed è parso visibilmente scosso per l'accaduto. È stato lui stesso a dare l'allarme. Sul posto sono intervenuti i sanitari dell'automedica
del servizio "118" di Lodi e i volontari della Croce rossa di Codogno. La rovinosa caduta ha procurato alla malcapitata un leggero trauma cranico e una dolorosa contusione ad un ginocchio che si sospettava fosse una frattura, oltre a qualche escoriazione. Cosciente e perfettamente lucida, la codognese è stata trasportata in codice giallo al pronto soccorso della sua città, dove i dottori l'hanno trattenuta per le prime cure, eseguendo accertamenti fino a tarda sera. Il suo ciclo è stato recuperato da alcuni parenti. Considerata la presenza di un ferito, il sinistro è stato rilevato dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri di Codogno
e le indagini sono ancora in corso.
Pa. Ar.

sabato 12 luglio 2008

Online le foto della preparazione di Puliamo il Mondo

 
Basta cliccare nella slide sulla barra a destra.
Buona visione
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DPEF: LEGAMBIENTE-WWF, IL GOVERNO IGNORA IL PROTOCOLLO DI KYOTO

(ASCA) - Roma, 11 lug - ''Da quest'anno e' operativo il Protocollo di Kyoto, e il Governo lo ignora nel DPEF''.

Questa la denuncia congiunta fatta da Legambiente e Wwf che esprimono la loro preoccupazione rispetto alle risorse messe a disposizione dal Governo per fronteggiare i mutamenti climatici.

''Nelle 56 pagine - affermano Legambiente e Wwf - del Documento di Programmazione Economica-Finanziaria per gli anni 2009-2013, deliberato dal Consiglio dei Ministri il 18 Giugno e che inizia questa settimana l'iter parlamentare per l'approvazione, le parole cambiamenti climatici e Protocollo di Kyoto non compaiono. Eppure nel 2008 il Protocollo di Kyoto e' entrato nella sua fase operativa, per cui la distanza tra le emissioni dei Paesi e l'obiettivo sottoscritto si inizia a quantificare in termini di costi del mancato raggiungimento che, ricordiamo, sono a carico dello Stato''.

''I costi - concludono Legambiente e Wwf - per la mancata applicazione del Protocollo di Kyoto in Italia rischiano di aumentare fino a 2,56 miliardi di euro all'anno per il periodo 2008-2012 se non verranno adottate delle politiche rigorose e costanti di riduzione delle emissioni''.

venerdì 11 luglio 2008

IN THAILANDIA POLLI COTTI CON IL SOLE


Pollo Conspirador
Originally uploaded by Maskin Abarza
(ANSA) - ROMA, 10 LUG - L'idea e' la stessa che venne in mente ad Archimede con i suoi specchi ustori per l'assedio a Siracusa. A utilizzare lo stesso sistema e' ora il cinquantenne Sila Sutharat del lontano est asiatico semplicemente per cuocere i propri polli. A una settantina di chilometri da Bangkok il sistema a specchi e lenti di ingrandimento riesce a cuocere un pollo in circa 10 minuti, utilizzando solo ed esclusivamente l'energia del sole. Il ''grill solare'' e' aperto solo dalle 7 alle 11 del mattino ed e' chiuso ogni qual volta e' nuvoloso o piove. Sila riesce a cuocere una cinquantina di polli al giorno e a guadagnare una media di 5 dollari al giorno lavorando solo 4 ore al giorno. Il sistema ha, comunque, suscitato molta attenzione e si sta pensando di utilizzarlo in altri Paesi asiatici soprattutto in Giappone. (ANSA)

ENERGIA: DIPENDENZA ESTERA UE SALE A 54% NEL 2006, ITALIA 86%


Torres Eólicas
Originally uploaded by Laura Pardo
... mentre gli altri Stati dell'UE aumentano il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e implementano soprattutto il parco dell'Eolico installato pensando al futuro, l'Italia sta a guardare ... e il Lodigiano non fa eccezione.

(AGI) - Bruxelles, 10 lug. - La dipendenza energetica dell'Unione europea dalle importazioni estere e' salita nel 2006 al 54 per cento, contro il 53 per cento del 2005. In Italia la dipendenza energetica nel 2006 e' stata dell'86 per cento. Lo ha reso noto l'Ufficio statistico europeo Eurostat.
Nel 2006 il consumo interno di energia dell'Ue a Ventisette e' stato di 1.825 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, Tep, invariato rispetto all'anno precedente, mentre la produzione di energia e' diminuita del 2,3 per cento, scendendo a 871 milioni di Tep, facendo aumentare le importazioni nette del 2,4 per cento. Tra il 1997, quando il tasso di dipendenza dall'estero era il 45 per cento, e il 2006 la produzione di energia dell'Ue a 27 e' diminuita del 9 per cento, mentre il consumo e' aumentato del 7 per cento, con una crescita delle importazioni nette del 29 per cento. Nel 2006 il consumo di energia e' diminuito dello 0,6 per cento in Italia, dello 0,5 per cento in Spagna, dell'1,2 per cento in Francia, dell'1,6 per cento in Gran Bretagna ed e' aumentato dello 0,5 per cento in Germania. L'energia nuclera resta la principale fonte di produzione energetica dell'Unione europea e nel 2006 ha raggiunto il 29 per cento del totale, il 22 per cento e' stato prodotto con i combustibili fossili, il 20 per cento con il gas, il 15 per cento con energie rinnovabili e il 14 per cento con il petrolio. (AGI)

martedì 8 luglio 2008

Soldi soldi soldi ...


Dal Cittadino di questi giorni si apprende che il Comune di Lodi si accinge ad aprire un mutuo di oltre un milione di euro per sistemare le strade. La giunta comunale si propone di ricorrere ad un prestito per la manutenzione straordinaria di alcune vie cittadine. Tutto questo in vista della celebrazione dell'850 anniversario della fondazione. Sempre seguendo l'articolo si legge: "Invece, tra le spese di copertura per le iniziative legate all’850esimo, sono stati stanziati 195.800 euro solo per il festival dedicato alla letteratura al femminile “Da donna a donna”, 164.200 euro per le manifestazioni strettamente connesse al compleanno di Lodi e altri 40.000 euro destinati alle scuole e una parte per affiancare un contributo erogato dalla Fondazione comunitaria".
Ora, le domande che sorgono spontanee sono:
- perchè aumentare il debito del Comune anche prima della svendita delle sue proprietà per migliorare la condizione delle strade quando ci sono ancora molte piste ciclabili neppure messe in sicurezza ma solamente segnalate in strada? E penso ad esempio a entrambe le piste in Via Sforza, perennemente a rischio di investimento, soprattutto nella zona dello svincolo con Via dei Visconti; ma anche a Via Cavour, dove è stata pitturata in stile naif una pista ciclabile al fianco delle auto parcheggiate, non a filo del marciapiede ma della carreggiata;
- stanziare fondi per le celebrazioni della città mi sembra giusto e doveroso, ma arrivare a spenderne 165.000 per un festival sulla letteratura al femminile, quindi più fondi lì che per tutte le altre manifestazioni e azioni previste ... e stanziarne solo 40.000 alle scuole (legati alla celebrazione o per altri scopi? e chi frequenta le scuole, specie primarie, sa in che condizioni economiche versano, tra posti precari e indisponibilità di mezzi e strumentazioni techiche e tecnologiche) sembra paradossale;
- basta chiedersi ad esempio quali fondi sono stati stanziati dal Comune ad esempio per progetti di educazione abientale nelle scuole ... anzichè investire sull'educazione delle future generazioni, verso comportamenti e stili di vita consapevoli, si preferisce investire in iniziative spot che poco lasciano al futuro e alla crescita "in itinere" della popolazione e molto invece all scena e all'apparire della città. Non che sia contrario a tutto questo, anzi, ma a mio avviso ocorrerebbe utilizzare in modo ottimale le risorse ben pensando a quali siano gli interessi maggiori per la città
- e chi saranno i beneficiari di tutti questi stanziamenti? I cittadini che vedranno una città più attiva e migliorata nella facciata o altri? Ci si chiede come mai nel momento in cui girano molti soldi e contributi, anche per tutte le attività di realizzazione, animazione, creazioni grafiche, siti web ... vengano sempre coinvolte o realtà esterne alla città, senza quindi privilegiare le risorse già a disposizione, o alcune già grandi realtà locali ... senza quindi favorire la crescita culturale e anche ecnomica delle realtà di giovani cosiddetti inesperti (ma che spesso guarda caso hanno le migliori e più avanzate idee)

lunedì 7 luglio 2008

Sicurezza per pedoni e ciclisti.

Durante la recente campagna elettorale, e più in generale negli ultimi mesi, si è molto discusso di sicurezza e anche, seppur in misura minore, di legalità. Voglio qui affrontare il tema, ma con un’ottica differente: il diritto alla sicurezza degli utenti deboli della strada, pedoni e ciclisti.
Voglio farlo partendo da un tragico episodio di cronaca che mi ha molto colpito: la morte di un pedone, una anziana signora, in via Volturno a Lodi, in pieno centro storico, investita e travolta da un camion e schiacciata contro un muro.
Percorro tutte le mattine quella stretta strada, spingendo il passeggino di mia figlia verso il vicino asilo nido comunale e, come me, decine di altri genitori con i loro bambini.
I dati statistici dicono che il 40% dei morti ed il 70% degli incidenti stradali avvengono in ambito urbano. In gran parte dei casi sono coinvolti e sono vittime di questi incidenti proprio i soggetti più deboli: pedoni e ciclisti. La sicurezza stradale è un diritto di tutti, bambini, giovani, adulti ed anziani, indipendentemente dal loro mezzo di trasporto: piedi, bicicletta, scooter, automobile, mezzo pubblico.
Quasi ogni giorno anche sulle pagine di questo giornale si legge del continuo stillicidio di incidenti, tragedie, morti e feriti sulle strade.
In Italia, ogni 100.000 abitanti abbiamo, all’anno, un morto per omicidio, 2 morti sul lavoro, 6 per suicidio, 10 per incidenti stradali e altrettanti per infortuni domestici.
Nel solo 2006 in Italia si sono verificati 238.124 incidenti stradali che hanno provocato 332.955 feriti e 5.669 morti. Il Lodigiano purtroppo non fa eccezione: nel 2006 nella nostra provincia hanno perso la vita 27 persone, 1.199 sono rimaste ferite in un totale di 876 incidenti. E il 2006 non rappresenta un’eccezione: negli ultimi anni nel Lodigiano si verificano in media 2 incidenti stradali mortali al mese.
Di fronte a questi numeri, penso sia giusto chiedere più sicurezza, invocare il diritto dei cittadini di potere uscire tranquillamente da casa senza temere di essere investiti e reclamare tolleranza zero verso gli utenti della strada che non rispettano il codice, mettendo a repentaglio la loro vita e quella dei malcapitati che incontrano. Tolleranza zero verso chi non rispetta i limiti di velocità, specialmente nei centri abitati, verso chi parcheggia in doppia fila generando ingorghi stradali e rallentando la circolazione, verso chi parcheggia sulle strisce pedonali, sui marciapiedi, sulle piste ciclabili, costringendo pedoni, disabili, ciclisti e chi spinge passeggini a scendere sulla strada, aumentando così la loro insicurezza. Tolleranza zero verso chi non rispetta l’obbligo di precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali, verso chi parcheggia in zone non consentite, magari a pochi metri da spazi a pagamento facendosi beffa anche di chi onestamente paga le tariffe previste.
Spesso si tratterebbe soltanto di applicare norme minime di buona educazione. Ma a volte è necessario intervenire con sanzioni. È necessario aumentare i controlli e reprimere i comportamenti scorretti, specialmente laddove sono ormai consolidati.
In una città piccola come la nostra non è difficile individuare i nodi più critici ed eclatanti dove sistematicamente si verificano violazioni del codice della strada. Molti sono già indicati nel Piano Urbano della Mobilità del Comune di Lodi e molti sono segnalati da meritorie associazioni come CicLodi, Legambiente, WWF, Laboratorio per la città. Ne ricordo solo alcuni: viale Milano, via Cadamosto, corso Adda vicino a piazza Barzaghi, i marciapiedi di piazzale Fiume intorno all’Astem, la rotonda e i marciapiedi tra viale Europa e via Sant’Angelo, viale Pavia e le sue traverse a partire da via della Dossenina, via Borgo Adda e le vie intorno all’ospedale, il Belfagor, via San Bassiano.
Sicuramente a Lodi sono stati fatti importanti passi in avanti in favore di una mobilità più sostenibile: in particolare la realizzazione di piste ciclabili e l’istituzione di zone 30, dove il limite di velocità per le auto è appunto di 30 km orari a maggior tutela proprio di pedoni e ciclisti. È necessario proseguire in questa direzione con ancora maggiore determinazione, è necessario far diventare una priorità la sicurezza di pedoni e ciclisti, anche aumentando i controlli.
Così facendo si garantirà che gli sforzi e gli investimenti, anche economici, non siano vani, come nel caso di piste ciclabili su cui sostano delle auto. Difendendo la sicurezza e il rispetto della legalità sulle strade, si favorirà chi vuole lasciare a casa l’auto per muoversi: ne trarranno beneficio non solo pedoni e ciclisti, ma l’ambiente e la salute di tutti i cittadini, perché, è utile ricordarlo, il traffico è nel nostro territorio il principale responsabile dell’inquinamento dell’aria.
Michele Merola
Lodi, 30 giugno 2008

Germania :30 miliardi per energia eolica dal mare





Berlino, 7 lug (Fonte: Velino) - Parallelamente al G8 di Sapporo, la Germania mette in cantiere investimenti per 30 miliardi di euro nel settore dell’energia eolica per ridurre la dipendenza dal petrolio. Lo ha annunciato il ministro dei Lavori Pubblici, il socialdemocratico Wolfgang Tiefensee, intervistato dal Welt am Sonntag. Il progetto, concordato dalla mano pubblica d’intesa con gli operatori privati del settore, prevede la costruzione fino a 30 turbine offshore nelle acque territoriali tedesche nel mare del Nord e nel mar Baltico, con le fondamenta a una profondità di 30-40 metri. Il costo preventivato è di circa un miliardo di euro per ogni “torre del vento”. La costruzione dei primi impianti inizierà entro quest’anno davanti a Borkum, l’isola più grande dell’arcipelago delle Frisone nel mare del Nord all’altezza della Bassa Sassonia.

Il ministro Tiefensee ha spiegato che si tratta di un primo passo affinché “entro l’anno 2030 la produzione di energia eolica raggiunga in Germania una capacità di 25.000 megawatt”. Le prime duemila turbine offshore di prossima realizzazione dovrebbero generare complessivamente quasi 11.000 megawatt. In Germania finora sono entrate in attività solo due turbine marine a poca distanza dalla costa a Warnemünde nel mar Baltico e a Emden nel mare del Nord. Quest’ultima è la più potente con una capacità di 6 megawatt. ***

Il “parco marino del vento” annunciato dal ministro Tiefensee s’inquadra nel pacchetto di provvedimenti per il potenziamento delle energie rinnovabili approvato dal Bundestag lo scorso 5 giugno. Il pacchetto è stato messo a punto dopo lunghe trattative nella maggioranza di governo e prevede il raddoppio della produzione di energia elettrica generata con sistemi ecocompatibili alternativi al petrolio dal 14 per cento dell’anno 2007 al 30 per cento entro il 2020. (Enzo Piergianni) 7 lug 2008

commento:
e a quando il nostro parco marino? L'Italia ha forse meno mare della Germania (o meno sole?). Perchè in Germania la classe politica vede ben chiaramente la direzione da prendere in merito alla produzione di energia, mentre noi sottostiamo quotidianamente nell'incertezza e nell'arretratezza culturale (anche di comitati di cosiddetti ambientalisti pronti a tutto pur di infangare la tecnologia dell'eolico e pur di mantenere un insostenibile status quo dell'energia italiana).
Intanto, per ricordarcelo, sul fronte dell’energia verde la nostra bella Nazione stenta a decollare. Nel 2006 ha segnato uno dei livelli più bassi mai registrati (16,6% produzione del settore elettrico), rimanendo lontana dai target fissati da protocollo di Kyoto e Unione europea. Finchè un bel giorno qualcuno si sveglierà dal torpore e prenderà a pretesto del ritardo nell'affrontare l'annosa questione energetica, l'unica soluzione possibile nel correre ai ripari, il ricorso al NUCLEARE o al cosiddetto CARBONE PULITO... yuhuuu

venerdì 4 luglio 2008

Bertonico tra un paio di anni...


Via quella commissione...di Emiliano FittipaldiAzzerato l'organo istituito dal governo Prodi per valutare l'impatto ambientale di ponti, centrali, autostrade. La posta in palio sono opere da 300 miliardi. Ecco lo spil system del governo Berlusconi

Altero Matteoli
I commissari della Valutazione dell'impatto ambientale non se l'aspettavano. "Finalmente stavamo lavorando. Quindici progetti approvati al mese, un record. È vero, siamo stati bloccati per settimane, ma ci mandano a casa proprio ora che siamo entrati a regime. Faremo ricorso". Puntano sul Tar molti dei 60 tecnici nominati da Alfonso Pecoraro Scanio, ma con poche speranze. L'azzeramento del Via è ormai cosa fatta.

Il decreto con i nuovi nomi è già sul tavolo di Stefania Prestigiacomo e il governo di Silvio Berlusconi non sembra avere, tra le sue caratteristiche, quella di tornare sui suoi passi. Anche perché la partita che gira intorno a un pugno di sconosciuti commissari, pagati meno di 40 mila euro l'anno, senza rimborsi per alberghi e viaggi, senza cassetti dove sistemare i procedimenti, è gigantesca. Architetti, giuristi, biologi e ambientalisti sono i giudici supremi della fattibilità di opere strategiche e non. Le loro valutazioni possono segnare il destino di porti, ponti ed autostrade. Un 'no' o un 'sì condizionato' possono bocciare o modificare i progetti di centrali elettriche e metanodotti, piani energetici nazionali, nuove autostrade, passanti, aeroporti e raffinerie.

La commissione Via 'speciale', quella che segue le opere inserite nella Legge Obiettivo, deve valutare ancora centinaia di cantieri (circa 230), per un valore complessivo che varia tra 174 miliardi (dato Cipe 2006) e i 305, cifra aggiornata all'aprile 2007 del Servizio studi della Camera, che comprende anche gli extra costi delle opere che non hanno iniziato l'iter progettuale. A questi vanno aggiunti i necessari ok sui piani generali (Vas) e le quasi cento istruttorie ancora da fare su centrali termoelettriche e a carbone, siti di stoccaggio del gas e metanodotti che bloccano importanti progetti di Snam, Edipower, Autostrade, Terna e altri big nazionali e stranieri.

"Sessanta esperti con un potere enorme", chiosa Patrizia Fantilli, direttore dell'ufficio legale di Wwf Italia: "Il sospetto è che il governo voglia subito uomini di fiducia per avere mani libere, gente capace, nel caso, di chiudere un occhio sui danni ambientali. Non è un caso che la cancellazione della commissione sia stata una delle prime decisioni dell'esecutivo". Lo spoil system di massa è stato infatti inserito in un articolo del decreto-rifiuti, con un paragrafo che c'entra poco o nulla con l'emergenza napoletana. La sostituzione di tutti i membri (saranno 50 invece di 60) è fatta, si legge, "ai fini del contenimento della spesa pubblica e dell'incremento dell'efficienza procedimentale".

Se in passato lungaggini mostruose hanno in effetti parificato la commissione a un ente-lumaca (quattro anni per l'ok alla terza corsia della Rimini-Cattolica, più di tre anni per la variante di valico Firenze-Barberino, mesi di ritardo per i cantieri di Anas e Ferrovie), in realtà per Berlusconi la Via è un affare troppo delicato per lasciarla agli uomini nominati del centrosinistra. Esperti che, prima di mettere il turbo (hanno macinato molti più pareri rispetto alla media dei predecessori) erano stati comunque con le mani in mano per sei mesi: nominati ad agosto, insediati a ottobre e immobilizzati per pastoie burocratiche fino a gennaio.

La partita sull'ambiente è cruciale e il governo ha messo in movimento un'azione a tenaglia. L'ipotesi iniziale era quella di unificare Infrastrutture e Ambiente sotto la guida di Altero Matteoli (c'era un precedente, quello di Paolo Baratta durante l'esecutivo Dini). Saremmo stati l'unico paese d'Europa senza un ministero ad hoc, e Gianni Letta ha fatto naufragare il progetto. Poi la scelta della Prestigiacomo, di fatto commissariata dagli uomini del colonnello di An e di Giulio Tremonti, che ha imposto parte della squadra e il capo di gabinetto. In attesa, ovviamente, della nomina-chiave del segretario generale, figura del tutto nuova per le stanze di via Colombo.

Non è finita: è di queste ore il pressing di Matteoli per portare la sottocommissione Via speciale sotto il controllo diretto del suo ministero: rumors indicano che se ne discute da qualche giorno negli uffici legislativi di Palazzo Chigi. Infine, il tentativo di accorpare l'Apat, il braccio tecnico del ministero dell'Ambiente, l'Icram (l'istituto di ricerca sul mare) e l'Istituto nazionale per la fauna selvatica in un nuovo soggetto, Irpa: il progetto, che permetterebbe oltre alla razionalizzazione una rapida sostituzione di tutti i vertici, è stato stralciato dal decreto rifiuti, ma potrebbe finire dentro la Finanziaria.

Ma il core business dell'operazione resta il Via. Delle dieci opere 'prioritarie' su cui il governo vuole investire decine di miliardi nei prossimi tre anni, il ponte sullo Stretto ha avuto già il placet per il progetto preliminare, ma con decine di 'prescrizioni', ossia vincoli che devono essere ricontrollati quando ci sarà il progetto definitivo e che fanno, spesso e volentieri, lievitare i costi. Incognite su questioni sismiche, idrogeologiche e su materiali che potrebbero rallentare l'apertura del cantiere. Matteoli è ottimista, e ha già annunciato che i nastri verranno tagliati nel 2016. Il Mose, invece, è passato senza il 'sì' della commissione: il governo in casi eccezionali può avocare a sé la decisione.

Difficile che la Tav Torino-Lione, che Prodi ha tolto dalla Legge Obiettivo per consentire maggior dialogo con la popolazione, possa invece aggirare l'iter ordinario. La nuova commissione dovrà dare la 'verifica di ottemperanza', ossia l'ok definitivo, anche alla Milano-Verona e alla Verona-Padova, che è stata promossa 'a pezzi': la parta centrale è stata bocciata, e dovrà addirittura essere ridisegnata. Nel cuore del ministro Matteoli c'è l'aeroporto di Viterbo e, soprattutto, l'autostrada della Maremma, la Cecina-Civitavecchia via Capalbio: il preliminare è passato con 91 prescrizioni, il ministero dei Beni culturali ha dato un parere negativo, e persino Bruno Agricola (direttore del ministero, democristiano doc e da sempre uomo-chiave per progetti e commissari) disse in Parlamento che la Via sarebbe da rivedere.

Anche la direttissima Brescia-Milano ha bisogno della verifica di ottemperanza, mentre i miliardi destinati alla superstrada Pedemontana veneta (già affidata all'onnipresente Impregilo e ad Autostrade) e alla lombarda non potranno essere spesi senza un nuovo passaggio in commissione. Ma dalla tangenziale di Milano all'autostrada della Val Trompia, passando per la Jonica e la Salerno-Reggio Calabra, tutto deve essere vagliato dalla scrivania degli esperti ambientali: perciò il governo non vuole sorprese, e - sospettano le associazioni - vuole uomini senza troppi scrupoli verdi.

Oltre alle pressioni politiche e dei grandi gruppi che fanno infrastrutture, i tecnici devono far fronte anche alle lobby dell'energia, che da qualche anno stanno monopolizzando i lavori della commissione. Spulciando l'elenco dei progetti sotto istruttoria trionfano centrali, rigassificatori e raffinerie, con multinazionali italiane e straniere a caccia del via libera per allargamenti, nuovi impianti, potenziamenti e megawatt aggiuntivi. E se la Sogin ha chiesto di smantellare i siti nucleari del Garigliano, di Latina e di Trino Vercellese, presto Enel e Ansaldo potrebbero chiedere istruttorie per le nuove centrali volute dal governo, oltre ai difficili Via per i depositi delle scorie.

I nomi dei proponenti dimostrano plasticamente il delicato ruolo dei commissari: la Snam aspetta un 'sì' per i metanodotti Massafra-Campochiaro e Sulmona-Sestino, l'Enel vuole la conversione a carbone della centrale di Rossano Calabro e di quella di Porto Tolle, che secondo molti sarebbe devastante. La vecchia commissione si preparava a bocciare anche l'ampliamento a carbone della centrale di Vado Ligure della Tirreno Power, vicino Savona, mentre l'alto rischio di inquinamento ha portato la bocciatura per la centrale a ciclo combinato a Durazzanino, in provincia di Forlì.

I rigassificatori dell'Enel a Porto Empedocle (oltre 600 milioni di investimento), quello dell'Edison sul Delta del Po, quello di Priolo (Erg e Shell) e quello di Gioia Tauro (progetto di Iride-Sorgenia e Medgas Italia), nonostante i niet degli ambientalisti hanno ottenuto il via libera pochi giorni prima delle elezioni. Ora bisognerà decidere sul terminale di Taranto voluto da Gas Natural International, che ha già incamerato (grazie alle pressioni in prima persona di Zapatero) il sì per il rigassificatore di Zaule, a Trieste. Ilva, Asm di Brescia, Tamoil, Api, Endesa e Terna hanno in ballo progetti per centinaia di milioni di euro.

"Paradossalmente", afferma un commissario, "le loro istruttorie, che il governo dice di voler velocizzare, rischiano ora di dover ripartire da zero: alcune aziende sono al nostro fianco, e faranno ricorso contro l'azzeramento". Ma la maggioranza degli interessi industriali appoggia senza se e senza ma la linea del Cavaliere.
(26 giugno 2008)

Foto di vovchychko's photostream http://flickr.com/photos/schneelocke/