giovedì 4 giugno 2009

Ricorso al TAR contro la variante urbanistica del Comune di Lodi


Il progetto consumerà 400 mila mq di verde

Legambiente ha presentato ricorso al TAR contro il Business Park che consumerebbe quasi 400 mila metri quadrati di terreno agricolo tra Lodi e San Martino in Strada. “La nostra associazione è impegnata da mesi nella raccolta firme per una proposta di legge regionale che metta un freno al consumo di suolo – dichiara Sergio Cannavò, vicepresidente di Legambiente Lombardia - e l'accordo di programma sul Business Park, illegittimo perché ignora le procedure di valutazione degli impatti sull'ambiente e sulla risorsa suolo che questa enorme trasformazione urbanistica determinerà, si muove nella direzione contraria alla nostra proposta politica”. Secondo i dati del Politecnico di Milano, ogni anno in Lombardia vengono consumati 5000 ettari di suolo. Solo nel Lodigiano ogni anno spariscono 11 metri quadrati di suolo agricolo o verde per ogni abitante. Legambiente, con la campagna “Metti un freno al cemento – Costruisci natura” chiede il riconoscimento giuridico della risorsa naturale “suolo” come bene comune, l'incentivazione del riutilizzo di aree già urbanizzate e dismesse o sottoutilizzate e forti compensazioni ecologiche preventive nei pochi casi in cui è indispensabile intervenire su terreni non edificati. “La pianura padana – aggiunge Cannavò – è sottoposta a forti pressioni edificatorie, occorre intervenire sul fronte legislativo, ma non solo. Bisogna procedere ad una pianificazione territoriale attenta e rigorosa, che svolga un'analisi complessiva dell'assetto territoriale e non insegua facili scorciatoie urbanistiche. Per questo riteniamo grave che il Comune di Lodi utilizzi accordi di programma e piani integrati di intervento, svuotando di contenuti la redazione del Piano di Governo del Territorio. Il suolo è una risorsa preziosa, essenziale per l'ambiente, l'agricoltura e lo sviluppo economico, che non può essere dilapidata a colpi di variante urbanistica”.

“Il complesso iter di approvazione – aggiunge Emanuela Beacco, avvocato del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lombardia - ha saltato a piè pari la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che viene, illegittimamente, rimandata alla fase della pianificazione attuativa. Questo modo di procedere non è rispettoso della normativa sulla VAS perchè non consente di compiere un'effettiva valutazione degli impatti ambientali che un intervento di dimensioni tanto vaste avrà sul territorio, impedisce di individuare soluzioni alternative per la localizzazione degli insediamenti, ovvero per il loro dimensionamento, e di programmare, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, una corretta utilizzazione del territorio. La normativa europea e quella italiana (nazionale e lombarda) sono, invece, molto chiare sull'argomento: la VAS deve essere effettuata prima dell'approvazione dei piani”.

L'Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480 – 349 1074971

(vignetta di Giorgio Marchetti ed è tratta dal sito del Consiglio nazionale degli architetti)