sabato 27 dicembre 2008

Premio Ambiente e legalità provincia di Milano

Si è aperto il bando per le candidature al "Premio Ambiente e Legalità in provincia di Milano 2008". E' possibile effettuare segnalazioni, presentare candidature e auto-candidature in merito a casi, inchieste, denunce o esposti in cui cittadini, comitati, associazioni, enti locali o forze di polizia si siano attivati contri fenomeni di illegalità ambientale. Per maggiori informazioni: http://www.legambiente.org/section.php?p=sezione&id=63
Legambiente Lombardia Onlus
Via Mercadante 4 - 20124 MILANO
tel. 0287386480 fax 0287386487
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martedì 23 dicembre 2008

Campagna di sensibilizzazione traffico urbano



"A 60 KM/H, SERVONO 8 METRI IN PIU' PER FERMARSI RISPETTO AI 50 KM/H"

Campagna di sensibilizzazione traffico urbano



"SENZA CINTURE, UN INCIDENTE PUO' ESSERE FATALE, ANCHE A 20 KM/H"

Campagna di sensibilizzazione traffico urbano



Alcune immagini della campagna sul traffico urbano. Lodi dovrebbe realizzarne una, dal momento che sono numerosi i casi di pedoni e ciclisti che in queste ultime settimane sono stati vittime di incidenti stradali.

Il messaggio dice "Lo stop bruciato comporta 15 vittime al giorno"

ZTL a Lodi



Aggiungiamo solo che la chiusura della ZTL è stata sempre sostenuta da Legambiente, in particolare abbiamo organizzato ben 4 volte l'iniziativa di 100 strade per giocare in centro a Lodi, proprio in via Garibaldi, per chiedere il rispetto della ZTL, che dovremmo definire ZSS (Zona a Sosta Selvaggia); in questi ultimi anni invece nulla è stato fatto, se non utilizzare in parte dissuasori per il parcheggio delle auto. Ma sono numerosissime le immagini e le fotografie scattate in particolare durante i giorni di festa che testimoniano come la via sia sempre utilizzata come un parcheggio, con grave danno per i pedoni e soprattutto per i ciclisti. Speriamo davvero che a fronte di un ingente cifra stanziata con i soldi dei contribuenti, il controllo possa servire a qualcosa. Dal nostro punto di vista sarebbero costati molto meno e avrebbero sortito forse migliore effetto i dissuasori di entrata alla via a scomparsa, analoghi a quelli di Piazza Ospitale, utilizzati anche in molte altre città, che permettono l'ingresso ai soli residenti e alle forze dell'ordine, oltre che a veicoli speciali. Se qualcuno pensa che per i portatori di pass disabili sarebbe un problema, basterebbe "dirottare" i veicoli con pass nella parallela via Vittorio Emanuele. In questo modo basterebbero un paio di poliziotti urbani all'ingresso della via, e il gioco sarebbe fatto. Tra un mese vedremo i risultati di tutta l'operazione. Incrociamo le dita e speriamo che qualche "furbetto" preferisca da qui in avanti raggiungere il centro a piedi o in bicicletta (magari noleggiata!)

Caro comune ti teniamo d'occhio - ZTL



Per limitare abusivi e soste selvagge nella ztl dovevano essere poste telecamere in via Garibaldi, corso Roma e corso Vittorio
Nessuno protegge il centro dai furbetti
Il Broletto anticipò controlli, dopo un anno nulla è stato fatto

Fonte: il cittadino di oggi

Stenta a decollare il progetto delle telecamere per la Ztl. Dopo un anno dall’avvio delle procedure, i dispositivi per il controllo delle auto nel centro di Lodi rimangono un miraggio. Sono passati mesi dall’assegnazione dell’incarico da parte del comune, ma i lavori per l’installazione degli apparecchi elettronici non sono ancora iniziati. Per palazzo Broletto lo slittamento dei tempi si è verificato per le difficoltà di realizzare gli allacciamenti alla rete elettrica, una pratica che era in carico ad una società del settore energetico. «Ci sono stati alcuni problemi che non dipendevano da noi, ma dalla società Exergia che siamo stati costretti più volte a sollecitare per realizzare le opere richieste - ha spiegato il sindaco Lorenzo Guerini - ora nel giro delle prossime settimane saranno posati i dispositivi e il servizio in via sperimentale partirà già subito dopo la prima settimana di gennaio». Il progetto, che è stato assegnato tramite gara alla ditta Kria srl di Seregno, prevede la posa di occhi elettronici che vigileranno sui principali ingressi alla Zona a traffico limitato: in via Garibaldi dall’intersezione con viale IV Novembre, corso Vittorio Emanuele dall’intersezione con piazza Castello e corso Roma dall’intersezione con via XX Settembre. Le apparecchiature registreranno le targhe dei veicoli in transito, trasmettendo il dato a una centrale informatizzata per il confronto con il registro in cui sono annotate le immatricolazioni delle auto dotate di regolare pass. Questo permetterà quindi alla polizia municipale di elevare eventuali sanzioni nei confronti dei trasgressori. Inoltre l’amministrazione comunale aveva fatto sapere che i titolari dei contrassegni speciali rilasciati dall’autorità sanitaria ai disabili, avranno invece il dovere di applicare il pass sul lunotto posteriore, onde consentire le riprese con il sistema di videocontrollo, dato che il pass in questione è nominale e non abbinato alle targhe dei veicoli. Tutto il sistema è finalizzato ad impedire il parcheggio e il transito irregolare nella Ztl, dove soprattutto nel fine settimana capita che dei veicoli senza autorizzazione non rispettino il divieto d’accesso. Per frenare i «furbetti» l’amministrazione comunale aveva così già a metà dicembre del 2007 dato il via alle pratiche per l’installazione delle telecamere. Un piano che ha comportato uno stanziamento da parte di palazzo Broletto di circa 110mila euro più Iva e che ora dopo alcuni ostacoli pare in dirittura di arrivo.Stando agli annunci del comune, già entro fine anno i sistemi elettronici dovrebbero essere posizionati e il servizio partire entro la metà di gennaio. Bisognerà ora controllare le date. All’inizio si tratterebbe di una fase sperimentale, per poi andare definitivamente a regime dopo circa un mese. Matteo Brunello

sabato 20 dicembre 2008

La protezione civile “terza” in Lombardia: Graffignana



Fonte: Il Cittadino - Lodi

La classifica è stata divulgata nell’ambito della quarta edizione della campagna nazionale di Legambiente dal titolo “Non scherzate col fuoco”, nata a tutela dei boschi con il patrocinio del corpo forestale dello Stato e in collaborazione con gli scout dell’Agesci e del Cngei, l’Associazione nazionale alpini, l’Arcicaccia, il Centro sportivo e attività per l’ambiente, la Coldiretti, l’Associazione nazionale dei vigili del fuoco in congedo, la regione Marche e la regione Sicilia.

La protezione civile di Graffignana ha raggiunto il terzo gradino del podio nella classifica dei migliori gruppi lombardi che si occupano dell’antincendio boschivo. Gli eventi disastrosi dell’estate 2007, in cui oltre 10mila roghi hanno distrutto 225mila ettari di bosco, dimostrano come il fenomeno rappresenti una vera e propria emergenza nazionale che per giunta porta ad assottigliarsi le aree forestali del nostro Paese a danno della salute e con vantaggi soltanto per chi sfrutta la situazione per procurarsi ulteriori guadagni. Parlando del concorso, il vicesindaco di Graffignana Giuseppe Maina osserva: «Siamo molto orgogliosi di questo risultato perché i nostri volontari hanno superato veramente tante prove e alla fine hanno mostrato a tutti il loro valore». Il responsabile operativo del sodalizio graffignanino Luigi Remigi: «Quest’anno l’attività è stata intensa. Gli incendi più significativi che abbiamo domato con i vigili del fuoco del territorio, sono stati quelli di Galgagnano, Senna Lodigiana, Graffignana e San Colombano. Ma non sono mancati interventi per trombe d’aria, allarmi meteo e altro ancora».

giovedì 11 dicembre 2008

Rotonda burlona - 3

 
Terza immagine da una prospettiva più distante
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Rotonda burlona - 2

 
Seconda immagine - per fortuna, non essendoci ambulanze, pare non ci siano state conseguenze gravi per il conducente o per altri veicoli
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Ghiaccio o rotonda burlona?

 
Ci si chiede spesso guidando per le strade della Provincia come sia possibile e soprattutto perchè molte rotonde siano state progettate in modo da consentire un accesso e "svicolata" fluidi e quasi rettilinei in una direzione, mentre per quella opposta chi sopraggiunge è costretto a percorrere quasi interamente il "girotondo".
Misteri dei costruttori o dei progettisti? In nessuna parte capita di vedere delle rotonde fatte in questo modo, nel Lodigiano invece si. Non capita in Francia, non in Spagna ... prerogativa tutta made in Italy dunque? L'altra barzelletta riguarda la loro pendenza, che quasi volendo sfidare le leggi della fisica si rivolge all'esterno della curvatura... Nella foto un TIR completamente rovesciato all'esterno della rotonda posta tra Motta Vigana (Massalengo) e Borghetto Lodigiano. Il TIR proveniva dalla AF Logistic durante una delle ultime nevicate. La domanda sorge spontanea, dal momento che stava percorrendo la rotonda progettata per obbligare gli automobilisti a percorrere ben più di mezzo giro. Colpa della neve o della rotonda simpatica?
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mercoledì 10 dicembre 2008

martedì 25 novembre 2008

Odore di nafta e metano in città bassa: sono ricomparse le “misteriose” puzze


Articolo tratto da Il Cittadino del 26/11/2008

A Lodi e nei comuni limitrofi sono ricomparse ieri mattina le misteriose puzze, simili a metano e nafta, che solo poche settimane fa avevano messo in allarme vigili del fuoco e tecnici dell’Arpa.Le prime segnalazioni sono arrivate dalla città bassa, in particolare dalla zona del ponte, di piazza Barzaghi e del corso Adda, ma subito dopo il vento ha spinto gli odori in tutta la città, dalla Faustina alla stazione, e nei paesi limitrofi, per esempio a San Martino, Cornegliano e Salerano.I tecnici dell’Arpa (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) sono subito usciti in strada per rilevare gli odori sospetti e vi sono rimasti fino a sera. Per prima cosa hanno effettuato una mappatura di tutte le segnalazioni ricevute, il primo passo per capire come si spostavano le puzze e individuarne quindi l’origine.In campo anche i vigili del fuoco, usciti già in mattinata con due mezzi e con tutti gli strumenti necessari per rilevare le sostanze nell’aria. Non è stato richiesto invece l’intervento del nucleo speciale Nbcr (nucleare, batteriologico, chimico e radioattivo).Le puzze sono comparse ieri mattina, quando sono arrivate le prime telefonate (una decina in tutto, concentrate fra le 12.30 e le 14), mentre nei giorni scorsi non c’era stata nessuna segnalazione. Solo una signora, lamentando odori strani ieri a Salerano, ha riferito di averli sentiti anche il giorno precedente, ma nulla di più.Lo stesso fenomeno si era già verificato a metà ottobre, ma i dirigenti dell’Arpa al momento escludono che si possa trattare di episodi collegati fra loro, anche se le indagini sono ovviamente in corso. «È difficile rilevare nell’aria le sostanze che provocano gli odori - spiega il direttore dell’Arpa Flaminio Di Girolamo - perché sono spinte dal vento e quindi si spostano continuamente. È importante comunque che vengano segnalate».D. C.

martedì 18 novembre 2008

Festa dell'Albero - siamo pronti?


Più clorofilla e meno effetto serra: l’obiettivo della quattordicesima edizione di Festa dell’Albero, la campagna di Legambiente dedicata alla messa a dimora di nuovi alberi. Abbiamo obiettivi ambiziosi: è per questo che chiediamo il tuo contributo, il 21 novembre scendi in piazza, adotta un albero, piantalo e prenditene cura.
Vuoi una città più bella? Vivibile? Verde?
Hai mai piantato un albero? Ogni angolo grigio e brutto della tua città è il posto giusto! Rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a pennellare di verde la nostra città. Il 21 novembre è il giorno perfetto per iniziare. Unisciti alla Festa dell’Albero di Legambiente: una giornata dedicata alla messa a dimora di nuovi alberi e al rispetto della natura.
Grazie alla Festa dell’Albero l’anno scorso, Legambiente e ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori) sono riusciti a dare dimora a ben un milione di alberi! E quest’anno siamo ancora più ambiziosi: vogliamo arrivare a quota 1.500.000 per accrescere il nostro contributo verde al protocollo di Kyoto per salvare il Pianeta dall’effetto serra e dal surriscaldamento globale.
Click per scaricare il materiale

venerdì 14 novembre 2008

Risultati di Pendolaria

Fonte: Il Cittadino - Lodi

I pendolari che hanno scelto l’A1 sono arrivati alla meta con un’ora e 5 minuti di ritardo, imbottigliati fra traffico e smog
Da Lodi a Milano è meglio andare in treno
Ieri mattina la gara tra mezzi di trasporto ideata da Legambiente

Il treno stravince. Anche se sporco, anche se in ritardo, anche se pieno zeppo di gente. Perché sfrecciando sui binari si arriva a destinazione in Milano con un’ora di anticipo rispetto alla quattro ruote, proprio come è successo ieri ai pendolari lodigiani che hanno deciso di partecipare al “Trofeo Caronte”.Per la terza volta consecutiva, Legambiente ha organizzato la sfida spericolata fra treni e automobili, per vedere chi arriva prima alla sede di via Mercadante, nei pressi di corso Buenos Aires. Ma come sempre, non c’è storia: i vagoni corrono più veloci e sono persino più affidabili, mentre i viaggiatori che si mettono al volante hanno l’impressione di cavalcare una lumaca nel traffico impazzito.La squadra di pendolari si è data appuntamento ieri mattina alla stazione di Lodi, la partenza era fissata per le 8.20. Il treno è arrivato a destinazione alle 9.15, mentre la quattro ruote alle 10.19. Con un ritardo di un’ora e cinque minuti nel bagagliaio. E dopo due ore passate in un abitacolo cercando di non respirare troppo gas di scarico e pensando al modo per saltare almeno un pezzo di coda. Il risultato non si allontana dai numeri registrati sulle altre tratte: il treno è più veloce 15 volte su 17.Senza contare che i viaggiatori a bordo del convoglio hanno pagato un biglietto di 4,05 euro, mentre gli automobilisti hanno dovuto sborsare la bellezza di 14,80 euro fra pedaggio, benzina e sosta.Il treno può sventolare il suo trofeo, anche se la strada per raggiungere un trasporto di qualità è ancora lontana. L’esperimento ha messo in luce le “macchie nere” di un sistema che non funziona, perché nella provincia milanese ci sono ancora diversi centri dove le linee su ferro non passano. Per esempio Paullo, insieme a tutti quei paesi che si sono visti negare gli investimenti per un miglioramento dei servizi. Qui gli autobus se ne stanno incolonnati nel traffico, impiegando cinquanta minuti per fare 10 chilometri. «Il trasporto pubblico locale continua a rappresentare l’elemento di più vistoso ritardo infrastrutturale della Lombardia e i segnali di questi giorni non fanno sperare in alcuna inversione di tendenza - dichiara Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente -. Eppure è di chiara evidenza che un servizio di mobilità affidabile, confortevole, pulito e sicuro costituisce l’elemento chiave su cui valutare le prestazioni di una metropoli: vorremmo tanto che la sfida di un trasporto pubblico alla pari con quello di altre grandi città europee diventasse il grande obiettivo su cui verificare le tappe di avvicinamento di Milano a Expo 2015». Greta Boni

giovedì 13 novembre 2008

Pendolaria 2008 - passaggio a Lodi


Pendolari sempre all'ultimo posto dell'agenda politica lombarda. E mentre Ferrovie e Regione ancora discutono sull'orario invernale che entrerà in vigore il 14 dicembre, per il quale ancora non si intravedono spiragli per un accordo, per Legambiente è tempo di Pendolaria, la campagna che difende il diritto alla mobilità dei cittadini pendolari. Dal 10 al 25 novembre infatti i volontari dell’associazione prenderanno di mira stazioni e treni in tutta la Lombardia per monitorare ritardi e denunciare disservizi: ci saranno incontri e dibattiti con i comitati pendolari e gli amministratori locali che culmineranno poi a Roma il 19 novembre nella assemblea nazionale dei pendolari. Sempre nell’ambito di Pendolaria, tornerà nelle stazioni lombarde anche il Trofeo Caronte, la gara che mette a confronto l'automobile e mezzi di trasporto pubblico per verificarne l’efficienza negli spostamenti urbani ed extra-urbani.

Da Lodi la comitiva parte questa mattina alle ore 8.15 dalla Stazione di Lodi; i pendolari del test di pendolaria da Lodi a Milano, Via Mercadante 4 sono:

Francesca Cella - bici + treno + bici
Sergio Cannavò - auto
Michele Merola - auto
Diego Tavazzi - treno + mezzi pubblici

In Lombardia ogni giorno si spostano 350.000 pendolari e di questi circa 300 mila hanno come destinazione Milano. Eppure nonostante la domanda sempre crescente, anche per gli effetti dell'aumento del costo della benzina, è sempre emergenza pendolari. Chi si sposta infatti con i mezzi pubblici locali trova ancora treni vecchi, sporchi e sempre più affollati. Gli investimenti delle Regioni per il servizio pendolare sono fermi e i trasferimenti sono sempre gli stessi dal 2000 (erano 1.215 milioni di euro nel 2000, sono 1.174 nel 2008). Eppure in questi anni investimenti pubblici per le infrastrutture ci sono stati. Il 70% delle risorse stanziate attraverso la Legge Obiettivo dal 2002 ad oggi è andato a strade e autostrade.

“Nonostante le promesse degli scorsi anni del Presidente Formigoni, secondo il quale l'Alta Velocità avrebbe dovuto migliorare il servizio sia del trasporto di lunga percorrenza e sia quello locale, i nodi sono venuti finalmente al pettine – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia -. Il risultato è che i pendolari verranno nettamente penalizzati perchè non potranno più nemmeno arrivare in Stazione Centrale ma saranno destinati a stazioni periferiche non adatte ad accoglierli e con servizi esterni di mobilità insufficienti. L'atro paradosso è relativo ai lavori di potenziamento di alcune tratte ferroviarie: è stata quadruplicata la Milano Treviglio, raddoppiata la Bergamo Treviglio e raddoppiata la Lecco Milano ma non ci sono né i treni né le risorse per far viaggiare nuovi convogli su queste tratte”.

Secondo una elaborazione del Censis, la spesa annua del pendolare che si muove in auto è 4 volte superiore a quella di chi si muove con il servizio pubblico e il 70% di chi non utilizza attualmente il treno è disponibile a cambiare abitudini e ad utilizzarlo regolarmente in caso di miglioramento del servizio.

mercoledì 29 ottobre 2008

La battaglia di Legambiente per il CLIMA


Il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con un obiettivo dichiarato di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo. Per promuovere questa decisione ha inaugurato da qualche mese una campagna di disinformazione sulle presunte opportunità che questa scelta garantirebbe al nostro Paese. Col nucleare, secondo l’Esecutivo, l’Italia rispetterà l’accordo europeo 20-20-20 per la lotta ai cambiamenti climatici (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), ridurrà il costo dell’energia e le importazioni, grazie a delle non meglio identificate centrali di “nuova” generazione, descritte come sicure, pulite e tecnologicamente avanzate.

Se l’Italia decidesse di puntare sul nucleare, causa le ingentissime risorse necessarie per sostenere questa avventura, abbandonerebbe qualsiasi investimento per lo sviluppo delle rinnovabili e per il miglioramento dell’efficienza, che sono invece le soluzioni più immediate ed efficaci per recuperare i ritardi rispetto agli accordi internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici, e rinuncerebbe alla costruzione di quel sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale, che ad esempio in Germania occupa ormai 250.000 lavoratori.

Legambiente lancia una grande mobilitazione nazionale, fatta di tante iniziative, da organizzare insieme ad una ampia alleanza di sigle associative, ambientaliste e non, con l’obiettivo di rispondere alle bugie del governo e dei nuclearisti, ristabilire la verità sulla dannosità del nucleare e la sua inutilità per il raggiungimento del 20-20-20, alimentare il dibattito a livello territoriale sui due scenari energetici alternativi futuri che devono comprendere (secondo il governo) o meno (secondo noi) la produzione di elettricità dall’atomo.

Con la nostra mobilitazione non ci limiteremo a spiegare i motivi della nostra opposizione all’atomo, ma rilanceremo la nostra idea di modello energetico, fondato su politiche di efficienza e sviluppo delle rinnovabili e sul gas come fonte fossile di transizione. Senza il quale l’Italia resterebbe fuori da quel percorso di modernizzazione già intrapreso con successo da altri Paesi, come la Germania e la Spagna, che grazie ad una strategia energetica innovativa usciranno nei prossimi anni dall’era nucleare. Perché solo con una seria politica nazionale e locale, che promuova l’innovazione e renda più efficiente e sostenibile il modo con cui produciamo l’elettricità e il calore, si muovono le persone e le merci, consumiamo energia negli edifici e produciamo beni, l’Italia riuscirà a dare il suo vero contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, rispettando la scadenza del 2020 dell’accordo comunitario 20-20-20.

Una vergogna tutta ITALIANA

Intervista alla Minstra Prestigiacomo in merito alla posizione italiana nei confronti dell'ambiente e delle misure europee di lotta ai cambiamenti climatici.
Fonte: Famiglia Cristiana

POLITICA
IL MINISTRO PRESTIGIACOMO SPIEGA LA POSIZIONE ITALIANA

LA BATTAGLIA DELL’AMBIENTE
È una questione ideologica: «Non si può sempre dire sì alla lobby "verde"». E c'è dell'altro: «Il pacchetto europeo ci penalizza. E senza l'ok di Usa e Cina non cambierà nulla».

«Il nostro Paese ha assunto una posizione che ritengo coraggiosa. Ha deciso di infrangere quel cliché secondo il quale bisognava sempre e comunque dire di sì a scelte dettate dalla forte lobby "verde" europea».

Non demorde il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo in questa sua battaglia contro le decisioni europee, sola contro tutti seppure da ultimo confortata da pareri inaspettati di scienziati come Franco Prodi, fratello dell’ex presidente del Consiglio: «Se si fosse parlato di contenuti in discussione, sarebbe emerso chiaramente che la questione non era l’impegno per il clima, ma specifiche condizioni di vantaggio o di svantaggio per i singoli Paesi. Io credo che stiamo conducendo una battaglia culturale. Stiamo cioè mettendo in discussione che sia titolata a parlare di ambiente solo un’area politica ideologizzata. Noi pensiamo, invece, che l’ambiente sia di tutti e che non vi siano "guru" infallibili. Intendiamo discutere, pretendiamo spiegazioni chiare e trasparenti. Difendiamo, nell’ambito dell’impegno internazionale che condividiamo, le ragioni e gli interessi dell’Italia».

* È utile allargare il campo della polemica a questioni politico-ideologiche?
«In una recente conferenza internazionale ho sentito autorevoli delegati che plaudivano alla drammatica crisi economica internazionale, perché col tracollo delle imprese e della produzione ci sarebbero state meno emissioni!».

* Dicono che senza americani e cinesi la lotta solitaria della Ue sarà inutile...
«Noi ripetiamo da mesi, anche se ad alcuni sembra un’eresia, che lo sforzo europeo ha senso se sarà inserito in un impegno globale nell’ambito del quale assumano analoghi impegni i grandi Paesi inquinatori come Usa, Cina e India. E ripetiamo anche che in mancanza di tale impegno non si avrà alcun effetto sul clima (perché Usa e Cina da soli compenserebbero abbondantemente le riduzioni di emissioni europee) e i costi che caricheremmo sul nostro sistema economico renderebbero le nostre produzioni meno competitive rispetto a quelle di Paesi che inquinano di più e che non accettano i tagli dei gas serra. La tendenza in questo campo a fare dichiarazioni di principio, senza calcolare le conseguenze, è forte. Il precedente Governo, per esempio, ha accettato il pacchetto clima-energia per il periodo 2013-2020 senza avere un’idea dei costi, e in una situazione in cui l’Italia era già lontana dal raggiungere gli obiettivi di Kyoto per gli anni 2008-2012. Però sono andati tutti in Tv e sui giornali a dire che loro volevano salvare il Pianeta».

* Lei ha ottenuto l’apertura di un tavolo tecnico. Quali sono i nodi centrali?
«Ridotte all’osso, le questioni in campo sono due, connesse fra loro. Quella dei costi del pacchetto sui quali in due anni non è stata data alcuna informazione dalla Ue. Quando finalmente in settembre sono usciti i numeri di uno studio della Commissione, e noi abbiamo rilevato costi elevatissimi, ci hanno detto che i loro numeri non erano veri. C’è poi il nodo dell’equità perché, come ha ribadito Berlusconi, se l’Europa vuol fare il "Don Chisciotte" del clima, lo faccia quantomeno ripartendo equamente i costi di questa battaglia fra i suoi membri e non penalizzandone alcuni, come l’Italia, avvantaggiandone altri».

* Perché ci siamo ridotti all’ultimo momento, quando tutta l’Europa sta ormai chiudendo l’accordo?
«Il fatto è che una trattativa vera non c’è mai stata, sono stati assunti impegni a scatola chiusa. C’è voluta tutta la determinazione del nostro Governo perché si entrasse nel merito dei problemi. Finalmente venerdì scorso la delegazione tecnica della Commissione ha ammesso che il rapporto costi/Pil per l’Italia è superiore del 40 per cento rispetto alla media europea e comunque superiore a quello francese, tedesco, inglese e spagnolo. Insomma, il vero negoziato è cominciato solo adesso».

* Si è parlato anche di furbetti dei vicini quartieri, per esempio i tedeschi, che sarebbero avvantaggiati...
«Anche i tedeschi hanno i loro problemi e hanno espresso con decisione la loro richiesta di proteggere settori industriali che sono a rischio di delocalizzazione. Ma, in generale, credo che in passato ci siano stati Governi che hanno saputo orientare la definizione delle direttive verso soluzioni meno gravose per le loro economie. Mentre il Governo Prodi non ha fatto nulla per evitare condizioni pesantissime per il nostro Paese. Ma stiamo rimediando».
Guglielmo Nardocci

sabato 27 settembre 2008

Puliamo il Mondo - Lodi


L'appuntamento lodigiano per Puliamo il Mondo sarà il 5 Ottobre, domenica, dalle ore 9 alle ore 13.00
Abbiamo deciso di spostare la data per permettere anche alla comunità islamica, che ci ha accompagnati anche durante l'appuntamento di pulizia estivo, di terminare il ramadan.
Alle ore 9.00 il ritrovo è in Piarda Ferrari.
Registrazione partecipanti e distribuzione kit.
Pulizia delle sponde del fiume verso il Lungo Adda e Area del Capanno.
Ritorno previsto per ore 12.30 con rinfresco offerto ai partecipanti.
L'iniziativa godrà del patrocinio del Comune di Lodi.
In collaborazione con Erbolario Lodi, Astem, Associazione COCOTI, TuttoIlMondo, Pescatori Dilettanti.
Siete tutti invitati a partecipare.
A destra potete ammirare le fotografie della precedente edizione estiva.

domenica 14 settembre 2008

ENERGIA: RIFKIN, ITALIA RACCOLGA SFIDA RINNOVABILI


(AGI) - Perugia, 14 set. - “Siamo al crepuscolo di un regime energetico: il presupposto per lo sviluppo della nuova Europa sociale e’ la terza rivoluzione industriale e l’Italia deve raccogliere la sfida delle energie rinnovabili”. Cosi’ Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends, nel suo intervento al VII meeting di Confesercenti che si e’ chiuso questa mattina a San Martino in Campo (Perugia).

“Utilizziamo fertilizzanti chimici, pesticidi, la plastica, i materiali per l’edilizia, i prodotti farmaceutici, il calore, la luce - ha proseguito Rifkin - e tutto ha a che fare con i combustibili fossili. Quindi, al tramonto di questo regime energetico avremo diverse crisi. La capacita’ della nostra generazione di leader economici di affrontare queste crisi determinera’ il tipo di civilta’ in cui vivremo e vivranno i nostri figli”. Lo studioso ha quindi ricordato che “l’Unione Europea, che oggi guida l’economia del mondo intero, ha cominciato con la Comunita’ del carbone e dell’acciaio”.

“Il progetto di oggi - ha proseguito - e’ quello di interconnettere questo spazio per far si’ che ci siano reti energetiche che permettano di creare un mercato interno in grado di essere esportato anche nel resto del mondo. Questo e’ l’obiettivo che l’Europa si e’ posta entro il 2020 e il mondo delle imprese deve unirsi per cercare di rendere operativo quello che e’ un progetto ancora istituzionale”.

Rifkin si e’ quindi soffernato sul tema dell’energia nucleare, criticando chi la vede come unica forma di approvvigionamento energetico. “Ci sono 443 impianti nucleari nel mondo - ha ricordato - : sono veramente vecchi e dovranno essere smantellati. Inoltre, riescono solo a produrre il 5% dell’energia di cui abbiamo bisogno. Se si vuole avere un impatto sui cambiamenti climatici occorre riuscire a provvedere almeno al 20% del fabbisogno. Voler raggiungere un obiettivo del genere in Europa significa che si dovranno costruire tre impianti nucleari ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Questo significa 4 mila impianti nucleari e non succedera’ mai. Inoltre non sappiamo come gestire i rifiuti nucleari e non abbiamo risposte in questo senso”.

“L’unica sfida possibile, in termini di sostenibilita’ economica e ambientale - ha concluso Rifkin - e’ quella delle fonti energetiche rinnovabili. Il nostro futuro vedra’ la convergenza tra la rivoluzione della comunicazione di seconda generazione con la rivoluzione di nuove forme di energia distribuita. Questa e’ la terza rivoluzione industriale, una sfida che le pmi, volano dell’economia in Italia, devono saper cogliere efficacemente”.(AGI)

martedì 29 luglio 2008

Rapporto cellulari-cancro, un'altra voce dal mondo accademico

fonte: Hardware Upgrade

Circa tre settimane fa abbiamo avuto modo di tornare sul discorso, ricorrente ormai da anni, riguardante il possibile rapporto esistente fra telefoni cellulari e cancro al cervello. La questione è tornata alla ribalta in seguito alle voci trapelate da alcuni centri di ricerca, in quanto non esisterebbe una versione unica riguardante le conclusioni degli studi effettuati dai diversi gruppi di lavoro sparsi un po' per tutto il mondo.

Questa divergenza di vedute ha portato al ritardo nella pubblicazione dell'attesissimo rapporto che dovrebbe riunire la somma dei pareri degli esperti mondiali, evidentemente alle prese con problemi di difficile soluzione. Qualcuno però ha deciso di muoversi prima del tempo, suggerendo alcune linee guida sull'utilizzo del telefono cellulare, evidentemente allarmato dagli studi condotti.

Stiamo parlando del Dr. Ronald B. Herberman, direttore del University of Pittsburgh Cancer Institute, come ci segnala CNET. Ad essere più esposti al rischio sarebbero i bambini, che sempre secondo il Dr. Herberman dovrebbero utilizzare il telefono cellulare esclusivamente per le emergenze, in quanto i campi magnetici prodotti dal terminale sono in grado di penetrare più in profondità attraverso la scatola cranica (qui un PDF a riguardo). Essendo poi le cellule dei bambini molto più attive nello sviluppo degli organi e dell'organismo in genere, sarebbe maggiore il rischio in caso di effetti negativi dovuti ai campi magnetici.

Una mutazione di una cellula in maligna infatti avrebbe una diffusione molto più rapida e devastante rispetto a quanto lo sarebbe in un organismo adulto, dotato di un ricambio cellulare e di un ritmo di crescita sensibilmente inferiore.

Ecco dunque farmi avanti il Dr. Herberman con una lista di 10 consigli per l'utilizzo consapevole del cellulare, che riportiamo integralmente in lingua inglese:

Practical Advice to Limit Exposure to Electromagnetic Radiation Emitted from Cell Phones

1. Do not allow children to use a cell phone, except for emergencies. The developing organs of a fetus or child are the most likely to be sensitive to any possible effects of exposure to electromagnetic fields.

2. While communicating using your cell phone, try to keep the cell phone away from the body as much as possible. The amplitude of the electromagnetic field is one fourth the strength at a distance of two inches and fifty times lower at three feet. Whenever possible, use the speaker-phone mode or a wireless Bluetooth headset, which has less than 1/100th of the electromagnetic emission of a normal cell phone. Use of a hands-free ear piece attachment may also reduce exposures. Avoid using your cell phone in places, like a bus, where you can passively expose others to your phone's electromagnetic fields.

3. Avoid carrying your cell phone on your body at all times. Do not keep it near your body at night such as under the pillow or on a bedside table, particularly if pregnant. You can also put it on “flight” or “off-line” mode, which stops electromagnetic emissions.

4. If you must carry your cell phone on you, make sure that the keypad is positioned toward your body and the back is positioned toward the outside so that the transmitted electromagnetic fields move away from your rather than through you.

5. Only use your cell phone to establish contact or for conversations lasting a few minutes, as the biological effects are directly related to the duration of exposure.

6. For longer conversations, use a land line with a corded phone, not a cordless phone, which uses electromagnetic emitting technology similar to that of cell phones.

7. Switch sides regularly while communicating on your cell phone to spread out your exposure. Before putting your cell phone to the ear, wait until your correspondent has picked up. This limits the power of the electromagnetic field emitted near your ear and the duration of your exposure.

8. Avoid using your cell phone when the signal is weak or when moving at high speed, such as in a car or train, as this automatically increases power to a maximum as the phone repeatedly attempts to connect to a new relay antenna.

9. When possible, communicate via text messaging rather than making a call, limiting the duration of exposure and the proximity to the body.

10. Choose a device with the lowest SAR possible (SAR = Specific Absorption Rate, which is a measure of the strength of the magnetic field absorbed by the body). SAR ratings of contemporary phones by different manufacturers are available by searching for “sar ratings cell phones” on the internet.

I consigli spaziano dal far utilizzare il cellulare ai bambini sono in caso di emergenza al tenere lontano il più possibile dal corpo il terminale, utilizzando magari auricolari. Si continua con il consigliare di non tenere il cellulare a continuo contatto con il corpo, per esempio nella tasca dei jeans, fino a quello di preferire la comunicazione via sms a quella vocale.

Rimane da vedere adesso se i consigli del Dr. Herberman verranno ascoltati o smentiti da altri illustri colleghi, e soprattutto se troppo allarmismo porterà ad una assuefazione da parte dell'utenza, che ne ha ormai sentite di tutte a riguardo.